Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.

Aspirante vedovo - Conferenza stampa con Luciana Littizzetto e Fabio De Luigi

07/10/2013 | Interviste |
Aspirante vedovo - Conferenza stampa con Luciana Littizzetto e Fabio De Luigi

Anteprima romana questa mattina al Cinema Adriano per Aspirante vedovo, nuova commedia con Luciana Littizzetto e Fabio De Luigi diretta da Massimo Venier.  Il film è liberamente ispirato a Il vedovo (1959) una delle più celebri commedie di Dino Risi con Alberto Sordi e Franca Valeri.
Aspirante vedovo è una commedia nera che vede protagonista Alberto Nardi (De Luigi) un giovane imprenditore che ha collezionato fallimenti, l’unico suo successo è stato quello di sposare Susanna Almiraghi (Littizzetto) ricca industriale del nord. Susanna è stanca di quel marito inconcludente e vuole lasciarlo affogare nei suoi debiti. Ma il destino sembra voler dare una mano ad Alberto quando Susanna rimane vittima di un incidente aereo. Di colpo Alberto si ritrova in mano l’impero di sua moglie. Ma il sogno dura poco: Susanna non è mai salita su quell’aereo e tre giorni dopo ritorna al suo posto più dura di prima. Ma quelle poche ore hanno lasciato il segno, Alberto ci ha preso gusto e inizia a pensare al modo per liberarsi davvero di sua moglie e tornare a recitare il ruolo a lui più congeniale, quello dell’aspirante vedovo.
Alla conferenza stampa seguita alla proiezione erano presenti i due protagonisti, Luciana Littizzetto e Fabio De Luigi, gli altri due interpreti Alessandro Besentini (componente del noto duo comico Ale e Franz) e Francesco Brandi, il regista Massimo Venier e Michele Pellegrini, autore della sceneggiatura insieme a Venier e Ugo Chiti. Presenti anche i produttori, Beppe Caschetto di IBC Movie e Paolo Del Brocco di RaiCinema.
Il film uscirà nelle sale il prossimo 10 ottobre distribuito da 01 Distribution in 400 copie.

La prima domanda è per il regista e i due protagonisti. Sono passati più di cinquant’anni dal film Il vedovo e abbiamo due mondi completamente diversi. Perché questa “lettera d’amore”?
Massimo Venier: “Quando ci hanno proposto questa cosa, che è un’intuizione che ha avuto il produttore Beppe Caschetto, ho pensato che no, non si poteva fare perché avvicinarsi a un capolavoro della commedia all’italiana sarebbe stata una follia. Ma poi ti ritrovi con una storia stupenda e personaggi fantastici e quindi irrazionalmente ti viene voglia di fare queste cose e alla fine le fai perché per un regista è una tentazione irresistibile”.

Luciana Littizzetto: “E’ una storia abbastanza lontana da quelle raccontate dalle commedie che vanno di moda ora. Al cinema come in televisione siamo schiacciati dal politically correct. Oggi non si fanno più commedie nere e la speranza è che, sulla scia dell’entusiasmo per Aspirante vedovo, anche i più giovani possano rivedere tutte le grandi commedie italiane del passato, in questo modo possiamo far arrivare ai giovani una storia bella potente”.

Fabio De Luigi: “Io posso solo dire che tutti amiamo Dino Risi, Alberto Sordi e Franca Valeri e questo era anche un modo per rendere omaggio a un film che fa parte a pieno titolo della commedia all’italiana. Era un modo per rivedere un film che fa parte della nostra cultura, un film che fa parte del nostro mondo”.

Una domanda per Luciana Littizzetto. I rifacimenti sono sempre difficili ma per te si teme il confronto con Franca Valeri. Hai questa paura?
Luciana Littizzetto: “Il confronto è perdente evidentemente, ma non le ho chiesto il permesso di fare Susanna Almiraghi, le ho chiesto scusa per averlo fatto ma lei ha detto ‘bello, sono contenta’, credo che lei ora non si metta a dare giudizi perché mi vuole bene. Ma comunque devo dire che non abbiamo pensato di confrontarci con quella sceneggiatura, siamo andati dritti per la nostra strada augurandoci di fare qualcosa di diverso”.

L’Italia all’epoca de Il vedovo era molto diversa da quella di oggi. Che differenze avete trovato tra l’Italia di ieri e quella di oggi dovendo riscrivere il film?
Massimo Venier: “Abbiamo provato a raccontare come sono i personaggi del film originale adesso. Alberto Nardi in realtà è un personaggio della Milano di oggi. Oggi nella mia città è pieno di Nardi, velleitari, cialtroni, inconcludenti, incapaci e inconsapevoli della loro incapacità.
Un’altra cosa che mi ha colpito è l’aspetto del boom economico degli anni ‘50, all’epoca c’erano i soldi ed era tutto un costruire case, Milano era piena di gru. Oggi che il denaro non c’è più, si continua comunque a costruire, Milano è esattamente così, è piena di gru e di Alberto Nardi che cercano di approfittare della situazione per imbrogliare e speculare. Ci divertiva e ci interessava questo aspetto”.

Michele Pellegrini: “Il nostro approccio è stato di totale amore per qualcosa che è là e che è irraggiungibile. Noi volevamo un pretesto per raccontare come siamo messi oggi e quindi abbiamo preso la storia e abbiamo cercato di aggiornarla. Abbiamo cercato con fatica e onestà di raccontare e aggiornare questa storia. Ma è un’altra cosa rispetto al film originale”.

Una domanda per Luciana Littizzetto. A proposito dei tempi diversi dei due film, c’è una battuta in cui il tuo personaggio dice che spera che non passi tanto presto questa crisi perché lei si sta arricchendo. Quanto ti è costato dire questa battuta?
Luciana Littizetto: “Ho fatto un po’ di fatica a fare questo personaggio. Interpreto un’imprenditrice spietata , senza scrupoli, una di quelle “donne con le palle” che non mi piacciono, ma questa è una commedia scorretta e il mio personaggio era totalmente funzionale a questo spirito. Sono quelle donne a cui a un certo punto le tette sono cadute per andarsi a posizionare più in basso. Io ho fatto fatica, ma queste donne esistono davvero e mi chiedo come facciano a essere così perfette, sono sempre ben truccate, indossano tailleur eleganti, con il tacco 12 e la messa in piega, mi chiedo come facciano, a meno che non dormano solo 4 ore a notte!”.

Una domanda per i produttori sulle donne come quella interpretata dalla Littizzetto, si prende spunto dalla realtà?
Paolo Del Brocco: “E’ normale che questo film prenda spunto dalla realtà, questo è un tentativo di riuscire a rifare una commedia all’italiana contestualizzata in questo momento storico. Secondo me è molto meno amara e tragica de Il vedovo. Questo film ha come obbiettivo di riavviare un certo filone di commedia intelligente che serviva all’Italia di questi anni”.

Beppe Caschetto: “L’idea era di riproporre questa figura di imprenditrice, un tipo alla Emma Marcegaglia. L’idea non era rifare Il vedovo ma rifare un plot di grande interesse. Sono andato da Dino Risi e gli ho chiesto se il suo film era una cosa che potevamo rifare. I diritti sono stati acquisiti, è stata una cosa fatta col consenso degli interessati. Io sono un uomo ostinato, sapevo che sarebbe stato inevitabile il confronto e magari sarebbe venuto fuori un pregiudizio forte e un atteggiamento molto critico ma io penso che le cose bisogna farle, perché partire dall’assunto che non bisogna fare una cosa è sbagliato. E io sono orgoglioso di averlo fatto. Non è un remake ma è quell’idea aggiornata a oggi che mi sembrava interessante sviluppare”.                

Una domanda per i due attori protagonisti. Visti i vostri illustri predecessori, due mostri sacri, come avete lavorato alla costruzione dei vostri personaggi?
Luciana Littizzetto: “La sceneggiatura era blindata e noi avevamo grosso margine di improvvisazione e il mio personaggio è quello della donna di successo accanto a un uomo perdente che comunque decide di tenersi perché non vuole perdere come dice in un battuta del film”.

Fabio De Luigi: “Ho cercato proprio di dimenticare Sordi perché è vero che ci siamo ispirati più a un soggetto, a un’idea, che al film vero e proprio. Però ci sono alcune scene in cui si rischiava la “vicinanza” e l’imitazione, in quei momenti un po’ di paura c’è stata, ma spero che noi siamo riusciti a “scappare” lontanissimo”.

Una domanda per i due attori che interpretano ruoli di contorno Alessandro Besentini e Francesco Brandi. Come è stato lavorare su un’idea di commedia diversa da quelle delle ultime stagioni del cinema italiano?
Fracesco Brandi: “In realtà io l’unica commedia che incontro è quella di Massimo Venier, perché lui è l’unico che mi chiama (ride). Il mio personaggio (Giancarlo ndr.) non esisteva nell’originale perché nel film originale c’era solo uno zio vecchio e grasso e io sono magro e giovane. Comunque  penso che regista e sceneggiatori abbiano lavorato su un tipo di commedia molto giusta”.   

Alessandro Besentini: “Io sono stato molto contento di fare questo film. Era una commedia molto precisa, il film mi piace moltissimo. Ringrazio tutti  per l’opportunità di averlo fatto”.

Per Luciana Littizzetto. Quali fragilità pensi di aver trovato nel personaggio che interpreti e quali fragilità ti suscitano più compassione?
Luciana Littizzetto: “Il mio personaggio fragilità all’apparenza non ne ha, la tristezza di questa donna è che è una donna sola. Quando pensano che è morta tutti festeggiano cantando “Osteria numero mille” e lei stessa quando rivede suo marito e i suoi amici lo sa e non si stupisce. Quando torna in vita lei percepisce questo isolamento e lo trasforma in aggressività, violenza, cinismo”.

Per la Littizzetto una domanda sulle differenze tra un Papa di rottura come Papa Francesco e questa figura di Monsignor Pier, amico e confidente della protagonista.
Luciana Littizzetto: “Sembra che non ci sia una via di mezzo tra questo Papa e quelli che se ne stavano seduti su un trono. Questo Monsignore del film è la rappresentazione di quello che non ci piace, di quel tipo di Chiesa trafficona, godereccia e senza scrupoli. Del Papa mi piace soprattutto che è una prima di tutto una persona, non è una distanza ma una vicinanza. L’altro giorno mi è piaciuto molto quello che ha detto parlando delle coppie, dicendo “litigate pure ma non andate a dormire senza aver fatto pace”. E poi parla come Banderas, l’altro giorno avevo il televisore acceso e da un’altra stanza ho pensato: “cavolo il papa fa i frollini!”.

Importanti alcune precisazioni finali sulla scelta di rileggere e riprendere il soggetto di un film così illustre
Massimo Venier: “C’è stato molto coraggio da parte del nostro produttore nel fare un film così per iniziare a fare delle commedie un po’ diverse in questo Paese. E’ una cosa importante, è un grande segnale di ottimismo”.

Beppe Caschetto: “Quando sono andato da Dino Risi e gli chiesi se si poteva fare un rifacimento del suo film a me parve che la cosa gli avesse fatto piacere. Non è stato uno ‘scippo’, è stata una cosa fatta col piacere di divertirsi a pensare chi avrebbe potuto fare quei ruoli. Bisogna avere il cuore per farle le cose anche tentando e magari sbagliando”.

Elena Bartoni  

 

 

 


Facebook  Twitter  Invia ad un amico  Condividi su OK Notizie 
 

Notizie in evidenza

Collabora con Voto 10
Seguici su Facebook Seguici su Google Plus Seguici su Twitter
Seguici su YouTube Registrati alla nostra Community Abbonati al nostro feed rss

I CINEMA DELLA TUA PROVINCIA

Advertising   Chi siamo   Collabora con Noi   Cookie Policy   Privacy   Termini e Condizioni d'Uso   Web TV  
 
Cerca
powered by Roma Virtuale :: Web Agency